Soprannominata “Città invisibile” dal momento che il cuore del paese, protetto com’è tra le colline meridionali dei Picentini, non lo si vede se non quando si arriva, è una cittadina situata ai piedi dei ruderi del Castello Gerione (costruito tra il 1054 ed il 1056 dal longobardo Gisulfo II), lambito dai fiumi Atri e Tenza.
Fu municipio romano al tempo di Silla, venne devastata dai barbari e dai Goti, risorse sotto i Longobardi e fu poi sede di molte famiglie, tra cui quella reale dei Principi di Monaco con il Marchesato dei Grimaldi (1532). Iniziò così il “secolo d’oro” per Campagna: vennero realizzati edifici, ampliati conventi, fondate l’Università di Scienza Canoniche e Civili e due accademie, quelle dei Solitari e dei Taciturni. Fervente fu anche l’attività di mulini, cartiere, ferriere, concerie e frantoi. Fu sede vescovile dal 1525. nel 1642 ai monegaschi subentrò il Principato dei Caracciolo. Lasciano testimonianza del loro passaggio a Campagna Sant’Antonio Caracciolo, Giordano Bruno, Papa Urbano IV, San Francesco da Paola. Durante la Seconda Guerra Mondiale, il Convento di San Bartolomeo, per la sua strategica posizione e l’ampia metratura, fu usato dai Nazisti per internare Ebrei e prigionieri civili, ma non mancarono episodi gloriosi alla Schlinder con Giovanni Palatucci, questore di Fiume (ma nipote di Giuseppe Maria Palatucci, vescovo di Campagna), che fu trucidato a Dachau a 36 anni per aver salvato centinaia di persone.
Il paesaggio che circonda il centro urbano è caratteristico, con betulle, tassi e castagni ed il sottobosco è ricco di numerose varietà di funghi, tra cui i porcini. Campagna è definita anche “Città dalle due Oasi”, in quanto, caso unico in Italia, nel suo territorio rientrano due aree protette: Persano e Polveracchio.
Imperdibili due eventi: i Funacoli di Sant’Antonio Abate il 17 gennaio e la Chiena diurna e notturna, secchiata o passeggiata, deviazione per le strade del paese del fiume Tenza che si fa in estate.
Da vedere il Santuario di Santa Maria di Avigliano, con chiostro dotato di una fontana ottagonale, il Convento di San Bartolomeo dove Giordano Bruno compì il noviziato e celebrò la sua prima messa e la Chiesa del SS. Salvatore e Sant’Antonino Patrono nel quale è conservata una Colonna Taumaturgica a cui il Santo esorcista si faceva legare e flagellare per non cedere alle lusinghe del Diavolo.
Storia di Campagna
I primi insediamenti nella zona risalgono all’età del Bronzo Appenninico. Fu municipio romano al tempo di Silla, venne devastata dai barbari e dai Goti, risorse sotto i Longobardi e fu poi sede di molte famiglie, tra cui quella reale dei Principi di Monaco con il Marchesato dei Grimaldi (1532). Iniziò così il “secolo d’oro” per Campagna: vennero realizzati edifici, ampliati conventi, fondate l’Università di Scienza Canoniche e Civili e due accademie, quelle dei Solitari e dei Taciturni. Fervente fu anche l’attività di mulini, cartiere, ferriere, concerie e frantoi.Fu sede vescovile dal 1525 grazie all’intercessione del conte Ferdinando Orsini. Nel 1642 ai monegaschi subentrò il Principato dei Caracciolo. Lasciano testimonianza del loro passaggio a Campagna Sant’Antonio Caracciolo, Giordano Bruno, Papa Urbano IV, San Francesco da Paola. Durante la Seconda Guerra Mondiale, il Convento di San Bartolomeo, per la sua strategica posizione e l’ampia metratura, fu usato dai Nazisti per internare Ebrei e prigionieri civili, ma non mancarono episodi gloriosi alla Schlinder con Giovanni Palatucci, questore di Fiume (ma nipote di Giuseppe Maria Palatucci, vescovo di Campagna), che fu trucidato a Dachau a 36 anni per aver salvato centinaia di persone.