scorcio di PalomonteIl paese ha il suo centro sulla roccia, ma si distende sul fianco nella valle del torrente Vonghia, nel territorio di un grande lago un tempo paludoso. Veramente suggestivo è il salto del torrente al forte Pisciolo, in località Perrazze.

Da visitare la Chiesa della Madonna di Sperlonga così denominata perché eretta in prossimità di una grotta, documentata per la prima volta nel 1040. L’area in cui è sorta la Chiesa è stata indicata, in sogno, come narra la leggenda, ad una pastorella, come luogo sul quale in agosto sarebbe caduta la neve. Con i suoi mille anni di storia, il complesso monumentale è una superba testimonianza storica ed architettonica, all’interno del quale sono stati rinvenuti straordinari affreschi attribuibili ai monaci basiliani, databili intorno all’XI sec.

Da non perdere il Festival canoro Tanagro-Sele e la Sagra della fricassea (interiora di ovi-caprini soffritte) ad agosto.

 

 

Storia di Palomonte

Nel complesso cavernicolo a due piani che domina il torrente Jazzo si insediò la prima comunità, come dimostrano alcuni ruderi di un mulino ad acqua per le attività agricole. Secondo alcuni studiosi era sede dell’antica Numistrone, nominata da Plinio e Plutarco. Nel periodo delle guerre puniche qui si svolse la battaglia tra Cartaginesi ed il console Marcello.

Dopo la fine dell’impero romano d’Occidente appartenne ai Longobardi, che vi costruirono il castello, e successivamente ai Normanni. Il feudo seguì le sorti prima dei Principi di Venosa e, dal 1600 al 1802, anno in cui fu abolita la feudalità, appartenne ai Parisani da Tolentino.

Nel 1860 venne annesso all’Italia. Nel 1862 il nome del comune cambiò da Palo a Palomonte con Regio Decreto. Il toponimo può derivare da “pal”, roccia, montagna o da “palaios” antico, nome comune a molte località del Mediterraneo.

Il brigantaggio prima, e l’emigrazione dopo, caratterizzarono gli anni successivi, sino al secondo conflitto mondiale.

 
 

Monumenti e bellezze naturali

  • Chiesa della Madonna di Sperlonga così denominata perché eretta in prossimità di una grotta, documentata per la prima volta nel 1040. L’area in cui è sorta la Chiesa è stata indicata, in sogno, come narra la leggenda, ad una pastorella, come luogo sul quale in agosto sarebbe caduta la neve. Al suo interno sono venuti alla luce alcuni affreschi, databili intorno all’XI sec. raffiguranti San Cosma, San Saba ed i resti dell’Ascensione della Madonna  Odigitria (Colei che indica la via), venerata a Costantinopoli ed in particolar modo dai monaci peregrini nel Sud Italia. La chiesa Paleocristiana presenta colonne intarsiate la cui base è costituita da raffigurazioni di animali. E’di particolare interesse la raffigurazione dell’immagine della Madonna che ricorda la Madonna del Granato
  • Grotte della Palomba, collocate nella parte sottostante il complesso monumentale della Sperlonga, che si caratterizzano per l’esistenza di due buche cultuali, di età neolitica,  utilizzate per i riti sacrificali e propiziatori. All’esterno sono stati individuati antichi graffiti, testimonianza di arte incisoria medioevale. Risalendo il vallone sono visibili altre incisioni su due blocchi di granito che fanno da sostegno al portale di un mulino diroccato.
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  • Boschi di Monte Tre Croci
  • Chiesa di Santa Maria Annunziata (paleocristiana), risalente al V-VI sec. Presenta colonne intarsiate alla cui base sono raffigurati dipinti di animali mitici ed un portale in pietra decorato con una Madonna che regge un melograno
  • Chiesa di Santa Croce. Ha colonnati d’epoca aragonese ed una facciata settecentesca
  • Chiesa di San Cosimo e Damiano
  • Chiesa della Madonna delle Grazie
  • Convento dei Minori Osservanti, costruito tra il 1582 ed il 1602, dotato di un magnifico chiostro (adibito attualmente a Municipio)
  • Resti del Castello di Palo
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