La storia di Quaglietta inizia quando per frenare le incursioni di saraceni nella Valle del Sele fu decisa la costruzione delle 3 fortezze: Valva, Senerchia e Quaglietta, (che però all'epoca si chiamava castrum Quallectae) .
Le 3 fortezze si vedono nello stemma cittadino e sono rappresentate da altrettante torri.
Il primo insediamento fu quindi una fortezza militare costruita su uno sperone roccioso (284 m sul livello del mare) a cui nel tempo si aggiunse un borgo.
Il nome non ha nulla a che fare con le quaglie come in molti credono ma con l'antico nome latino della zona ovvero Acque electe la cui traduzione è acqua pura e fa riferimento alla ricchezza e purezza delle acque che sgorgano in zona.
Pur essendo il paese strettamente legato ai comuni della Valle del Sele appartenenti alla provincia di Salerno fa parte della provincia di Avellino ed è una frazione del comune di Calabritto. Il terremoto del 1980 ha colpito duramente questo paese che però è stato ristrutturato con grande attenzione e oggi l'antico borgo medievale conserva l'antico splendore ed è una attrazione turistica.
Originari di Quaglietta sono diversi piatti tipici ma a fare la differenza è l'uso dello zenzifero, una varietà di menta, con cui si condisce il ripieno dei ravioli (marchio PAT ovvero prodotto agroalimentare tradizionale). Allo zenzifero il paese dedica la manifestazione di metà agosto denominata Zenzigusto. .
Storia di Quaglietta
La zone dove sorge il paese fu utilizzata in passato dai romani per deportare una parte dei Piceni che diedero il nome ai monti definiti appunto Picentini e al fiume Piceglia che attraversa questo territorio. Con il medioevo uno sperone roccioso che si erge solitario nella vallata viene scelto per ospitare una poderosa fortezza in chiave anti saracena. Documenti della metà del 1100 citano un presidio militare dove venivano , tra l'altro, addestrati i cavalli del re.
L'ottima posizione strategica rende il castello indispensabile e la sicurezza offerta da questa arcigna fortificazione attira la popolazione bisognosa di sicurezza che si sistema a ridosso delle mura creando il borgo. L'abitato con il castello passò spesso di mano in epoca feudale sia perchè inserito in una dote sia per semplice vendita. Durante il regno di Napoli e delle due Sicilie fu un coune del Principato Citra che fa riferimento a Salerno ma con l'unità d'Italia passò alla provincia di Avellino. Nel 1928 smise di essere un comune e divenne una frazione di Calabritto.