L'alta Valle del Sele è un'area che offre al visitatore attento molte attrazioni naturalistiche, storiche e culturali. Uno dei gioielli di quest'area è sicuramente Valva, un piccolo paese che domina l'intera vallata regalando paesaggi di grande suggestione. Il centro storico ricorda nella sua architettura la tipica struttura difensiva fatta di angusti vicoli e di case abbarbicate su una altura essendo nata come fortezza per difendere il territorio dalle incursioni dei saraceni. Appena fuori dal piccolo centro antico è situata l'entrata della Villa D'Ayala, fortezza e residenza degli antichi proprietari del feudo dotata di un grande parco che si estende per 17 ha con uno splendido giardino all'italiana ornato da statue di grande pregio e bellezza ed un bosco abitato da alberi secolari che inebriano di ossigeno chi l'attraversa.
Durante la seconda guerra mondiale Valva uscì dall'anonimato essendo scelta come quartier generale del generale tedesco Kesserling e successivamente occupata dagli americani. Il tragico terremoto del 1980 ha duramente colpito Valva al pari dei comuni limitrofi ma il sapiente lavoro di ricostruzione ha saputo salvaguardare l'antica bellezza e chi si aggira tra i suoi vicoli vede ancora sulle pietre i segni lasciati dagli esperti per ricostruire gli edifici esattamente come erano in passato.
La flora di questo comune è formata da querce, faggi, cerri, noci, castagni, abeti e pini, mentre la fauna comprende lupi, cinghiali, falchi, volpi, faine e donnole.
Storia di Valva
Le origini di questo centro risalgono almeno all’età protostorica. In età romana, il territorio era attraversato da una strada di collegamento Compsa-Volcej, che metteva in comunicazione anche le aree adriatica e tirrenica; Valva, pur essendo di modeste dimensioni, rivestiva un ruolo significativo per la posizione equidistante tra le due città.
L’inesorabile caduta dell’Impero e la conseguente crisi politica ed economica, comportarono notevoli svantaggi per la popolazione locale, determinando un arretramento degli insediamenti alle falde della montagna: infatti, i numerosi ripari nelle grotte esercitavano una forte attrattiva. In epoca più tarda, a questi motivi si aggiunsero anche quelli religiosi; nel Medioevo, l’intera montagna si caratterizzò come area sacra.
Nell’epoca normanna Valva è sede di un priorato della grande abbazia di San Benedetto di Salerno, sotto il titolo di San Bartolomeo. Quando Roberto il Guiscardo donò il feudo al suo condottiero Gozzolino, quest’ultimo dovette scontrarsi con i Normanni. Dopo il paese passò sotto il dominio della famiglia Valva, che costruì le varie fortificazioni. La stirpe dei Valva vestì l’abito del Sovrano Ordine dei Cavalieri di Malta nel ‘600 con Ottavio Valva; l’ultimo discendente della casata fu Giuseppe Maria, che ideò e iniziò la costruzione del Parco e della Villa verso la fine del ‘700; morì nel 1831 senza eredi. Fu così che tutti i suoi averi passarono alla famiglia d’Ayala, di origine spagnola, ma comunque legata ai Valva per vincoli nobiliari matrimoniali; il marchese Francesco Saverio d’Ayala completò i lavori di costruzione dell’opera. Con la morte, nel 1959, dell’ultimo d’Ayala, la villa fu donata all’Ordine di Malta, al quale ancora appartiene.